Isola Gallinara

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L’isola Gallinara con la sua acqua cristallina, i suoi fondali incontaminati e ricchi di vita, rappresenta una delle principali attrazioni turistiche legate al mare nel ponente ligure

La nostra associazione organizza per i propri soci escursioni di snorkeling ,discovery dive e immersioni nelle acque dell’isola Gallinara

Un po’ di storia

L’isola Gallinara (o Gallinaria) con una superficie di circa 11 ettari, si erge per circa 90m sul livello del mare è situata nel tratto di mare compreso tra Alassio ed Albenga e dista circa 1,5km dalla costa.Citata e conosciutissima fin dall’antichità, diviene appena dopo la metà del IV° secolo rifugio di S.Martino diTours che vi risiede conducendo vita eremitica.E’ possibile che successivamente, come avvenne su molte altre isole del litorale tirrenico,vi si sia stabilita una residenza di anacoreti.La tradizione di un vero e proprio insediamento monastico sull’isola nell’alto medioevo può essere confermata dalla documentazione archeologica ritrovata. Il primo vero documento noto prova che nel 1011 il monastero dei santi Maria e Martino dell’isola Gallinara,dell’ordine benedettino,era ampiamente organizzato ed estendeva la sua influenza fino a Barcellona ed al confine con il mondo arabo. Di poco successive sono ulteriori acquisizioni in Provenza, in Catalogna e in tutta la Riviera diPonente che provano l’ampia influenza e l’importanza del monastero, riconosciuta da papaBenedetto IX nel 1044. A partire dal XIII secolo, il monastero subisce una progressiva decadenza e vede la sua estinzione nel 1473. L’isola, già rifugio di navi nel medioevo ed esposta a frequenti vicissitudini belliche, viene utilizzata spesso a scopo di difesa costiera. Testimonianza è data dalla bella torre di avvistamento e difesa, costruita nel Cinquecento dalla Repubblica di Genova, ove il comune di Albenga manteneva turni di guardia. Altra testimonianza della importanza strategica della Gallinara la danno le numerose piazzole anti sbarco, costruite nella seconda guerra mondiale,dai tedeschi, usate per posizionare cannoni e mitragliere verso il mare aperto.La Gallinara, trasferita dai possedimenti ecclesiastici alla proprietà privata nel 1866 e successivamente passata attraverso vari proprietari, è stata tutelata da diversi vincoli di tipo ambientale-archeologico fino al 1989 anno in cui è entrata a pieno titolo nel “sistema delle aree protette regionali”

L’ambiente e i suoi fondali

Di grande interesse naturalistico ambientale sono le forme di vita vegetali ed animali che caratterizzano sia la parte emersa che i fondali dell’isola. Sulla Gallinara sono presenti essenze vegetali endemiche del ponente ligure come la “Campanula Sabatia”. Un cenno particolare va fatto alle due specie di “Colubro Lacertino” rettili per i quali la Gallinara rappresenta l’unico sito accertato di presenza insulare italiana. La variegata natura dei suoi fondali, assai influenzata dalle diverse esposizioni, ci permette d’incontrare interessanti biodiversità a seconda del “versante” ove ci immergiamo. Il versante più interessante per il “subacqueo sportivo” è quello del lato sud orientale cioè quello rivolto verso il largo. Esso è caratterizzato da fondali rocciosi a forte pendenza che in breve tratto raggiungono i 30 - 40m di profondità; in particolare in corrispondenza delle due punte di “Falconara” e “Sciusciau” incontriamo anfratti e piccole grotte che sono un ottimo rifugio per grossi esemplari di cernie, gronghi, murene e polpi. Non passano sicuramente inosservate altrettanto belle ed interessanti forme di vita bentonica come i gialli e vistosi Parezzoanthus Axinella e, che rivestono ed impreziosiscono i “paretoni” dello “Sciusciau”; le grandi spugne (es Axinella polypoides, Cacospongia scalaris,) le gorgonie (Eunicella verrucosa, leptogorgia sarmentosa), i briozoi, i madreporari, veri gioielli del ns. mare che visitando i fondali della Gallinara incontriamo ovunque, sono in grado di catturare l’attenzione sia del neofita che del sommozzatore esperto e “navigato”. I fondali dell’isola Gallinara, vero caleidoscopio di colori mediterranei meritano sicuramente di più che una sola e fugace immersione, come purtroppo spesso siamo abituati a fare.

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