Profondità 80-90 m –  Livello Esperto – Fondale sabbioso – Possibile presenza di corrente molto forte – Visibilità  discreta/buona

IL FASCINO DELLA STORIA

L’ecoscandaglio segnala chiaramente le afferrature che si innalzano da un fondale sabbioso di circa 90 metri sino a –80, il mare è calmo ma sappiamo che la zona è caratterizzata da correnti  tanto forti che talvolta costringono a abbandonare l’immersione.
Transitiamo alcune volte sul punto ed infine buttiamo il pedagno che rapidamente trascina con se gli oltre 100 metri di cima; dopo alcuni secondi in superficie rimane solo la boa che col suo dondolio sembra invitarci ad indossare le attrezzature. Ci prepariamo con calma aiutati dallo staff, effettuiamo un ultimo controllo e ci portiamo in prossimità del punto d’immersione. Dopo essere rimasti un paio di minuti in superficie per adattarci al nuovo ambiente iniziamo la discesa;  il fondo sembra non arrivare mai… poi all’improvviso cominciamo a scorgere un ombra, siamo a –76, davanti a noi quelli che in superficie erano dei semplici puntini sull’ ecoscandaglio prendono lentamente la forma di un enorme relitto.

Raggiungiamo le prime strutture a centro nave dove ci fermiamo un attimo per raccogliere i pensieri. Guardandoci intorno ci rendiamo conto della straordinaria natura di questo luogo; enormi ventagli di gorgonie , corallo nero e un incredibile varietà di forme di vita bentonica hanno colonizzato il relitto colorandolo con mille sfumature; nuvole di anthias sembrano voler proteggere lo scafo dalla nostra intrusione, un enorme pesce San Pietro ci accompagna mentre sorvoliamo quello che doveva essere il ponte superiore in legno ormai completamente crollato.
Il Ravenna ci appare in assetto di navigazione ed in molti punti è possibile accedere direttamente alle stive ed agli alloggi dove si possono ancora scorgere i resti di posate e piatti; bisogna prestare particolare attenzione alla presenza di reti e lenze senza dimenticare di controllare frequentemente gli strumenti. Le sue dimensioni e l’elevata profondità richiedono almeno 3-4 immersioni per poterne avere una visione d’insieme; indispensabile una buona preparazione, un attenta pianificazione e per goderne appieno lo spettacolo un ”buon trimix” o un reb.
Il tempo a nostra disposizione è purtroppo terminato e così iniziamo il lento ritorno al nostro mondo, al primo cambio gas incontriamo Stefano che ci assisterà durante tutta la decompressione, dalla superficie Aldo e Giovanni hanno provveduto a calare la stazione di decompressione, le ultime tappe ci concedono di distrarci un pò dagli strumenti, negli occhi di tutti si legge la voglia di ritornare per continuare la visita a questo splendido relitto magari con telecamera e macchina fotografica.

 

Ringraziamo Luigi Bagnasco per lo splendido video.

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